Non è stata una bella vita la mia: nato già adulto, per scoprire subito dopo di essere solo un clone e non un clone qualunque, ma quello di Peter Parker, l’Uomo Ragno, Mister Potere e Responsabilità in persona. Come se non fosse abbastanza arrivò la degenerazione cellulare e con essa il dolore. In teoria avrei dovuto disintegrarmi, ma non avvenne. Sopravvissi col corpo dilaniato da piaghe e pustole e con il dolere ad accompagnarmi costantemente. Ero imperfetto e da imperfetto decisi di comportarmi. Di Peter Parker condividevo i ricordi ed il senso morale. Decisi di pervertirlo, di diventare esattamente l’opposto: un crudele e spietato assassino, un killer professionista al soldo del miglior offerente. Kaine fu il nome che mi scelsi. Dopotutto non ero forse io il fratello cattivo?

            Ma non puoi sfuggire a lungo a quello che sei: il Peter Parker che è in me ha lottato parecchio per riemergere. È stato un cammino lungo e sofferto, ma alla fine ho dovuto affrontare l’unico nemico che non potevo sconfiggere. La mia coscienza.

            Per questo domani io morirò e Peter Parker vivrà…, a meno che non accada un miracolo ed io ho smesso di credere nei miracoli tanto tempo fa, non è vero?

 

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#20

 

Cacciati

(Parte Seconda)

 

Di Carlo Monni

(con tanti ringraziamenti e scuse a Yuri N. A. Lucia)

 

 

Quattro giorni Prima.

 

1.

 

 

            Osservo portar via il corpo e mi sforzo di non pensare a chi c’è sotto quel telo. Patricia Everett è morta per colpa mia, perché ho osato amarla e qualcuno l’ha punita per questo. Voleva colpire me ed ha ucciso lei. Che logica è mai questa?

            Ha tracciato il mio nome sulla parete dietro al cadavere di Patricia. Non il nome che uso adesso, Abel Fitzpatrick, ma quello che avevo un tempo: Kaine. Grave errore amico, perché mi hai fatto capire che sai chi sono veramente e non sono molti a saperlo. Ho almeno un’idea sulla tua identità adesso, anche se non so dove trovarti. Poco importa, perché non puoi sfuggirmi. Ti troverò ed allora rimpiangerai di essere nato. Non è il Ragno Nero a giurarlo, ma Kaine e lui non ha mai avuto pietà.

 

            Il Tenente Terenzio Oliver Rucker vorrebbe essere da tutt’altra parte, ma non ha scelta. È il suo lavoro e qualcuno deve pur farlo. Si rivolge al detective davanti a lui:

-Spiegami tutto ancora una volta.-

-C’è poco da dire: al distretto è arrivata una telefonata anonima che ci avvertiva di un omicidio in quest’appartamento. Abbiamo risposto alla chiamata e quando siamo arrivati qui abbiamo trovato la donna morta sul letto. Le avevano spezzato il collo: una morte rapida ed indolore.-

            Quanto può esserlo la morte, pensa Terenzio, poi fa cenno al detective di continuare.

-Avrebbe potuto essere un caso ordinario, poi abbiamo visto la scritta sul muro.-

            Rucker alza gli occhi e vede la scritta ancora una volta. Un solo nome, tracciato in rosso a lettere grandi e regolari: KAINE. Un nome che ben conosce, purtroppo per lui.

-Quello è…-

-Sangue? Si, ma non della vittima.- risponde Pete Suschitziky della C.S.U.[1] –Una volta in laboratorio faremo gli esami e vedremo se appartiene a qualche altra vittima di crimini violenti o no.-

-Ok.- Rucker torna a rivolgersi al Detective che ha risposto alla chiamata –Quindi è per quel nome che hai chiamato l’Ufficio Crimine Organizzato?-

-Si. Ricordavo che quel Kaine era un killer a pagamento impiegato dal Maggia ed altri. Uno la cui stessa esistenza non è mai stata certa finché non fu lui stesso a rivelarsi irrompendo in un’aula di tribunale, confessando di essere il colpevole di alcuni delitti attribuiti ad un certo Peter Parker tra Salt Lake City e New York.[2] In seguito fu arrestato[3] ma fuggì dalla Volta[4] per poi rimanere ucciso in uno scontro con Codice Blu.[5] Ma se si fossero sbagliati? Se non fosse morto? Questa potrebbe essere la sua firma. Potrebbe essere lui l’assassino.-

            No che non lo è, pensa Rucker, ma non lo dice, si limita a ribattere:

-E secondo te perché un killer dai superpoteri dovrebbe uccidere una semplice impiegata? O pensi che fosse una contabile della mafia irlandese?-

            Il detective scuote la testa.

-E che ne so? Comunque una cosa è certa: Kaine c’entra in qualche modo, quindi, visto che io ho da fare fin sopra i capelli, il caso è vostro.-

            Terenzio si rivolge al detective che l’ha accompagnato e che è rimasto silenzioso finora:

-Tu che ne dici, Connor?-

-C’ero io all’Ufficio Mandati quando quel detective dell’Utah venne a portarci il mandato d’arresto per Parker.- risponde Connor Trevane -Posso occuparmi della faccenda ancora una volta.-

-Ok è fatta, il caso è nostro.- sentenzia Rucker. Meglio così, pensa, almeno potrò seguire l’indagine da vicino. Vorrei che Ragno Nero non fosse stato troppo sincero con me, non sapere tutta la faccenda dei cloni. Accidenti a me che ho voluto saperne troppo.

Lasciano l’appartamento. Mentre il cadavere di Patricia Everett viene caricato sul furgone mortuario, Rucker alza gli occhi, spinto da chissà quale istinto, e lo vede: in piedi sul tetto di una vicina palazzina. Povero ragazzo, pensa. Scuote la testa ed entra nell’auto di servizio. Alle sue spalle la silhouette di Ragno Nero scompare.

 

            Da un’altra parte qualcuno sorride soddisfatto: Kaine, Abel Fitzpatrick, Ragno Nero o comunque tu ti faccia chiamare, io distruggerò la tua vita, un pezzo per volta.

Ti sento: so cosa pensi, so cosa provi. Cercami Ragno Nero e troverai il tuo destino.

 

 

2.

 

 

            Quando Terenzio Oliver Rucker rientra nel suo ufficio al Police Plaza Uno, Quartier Generale del Dipartimento di Polizia di New York, trova ad attenderli una sorpresa non proprio gradita.

            L’uomo è di corporatura robusta, di età poco sopra i 50 anni, massiccio, il volto segnato da rughe, una faccia da pugile con un’aria determinata. È seduto alla scrivania di Rucker con i piedi sul ripiano e quando lo vede entrare fa un largo sorriso, che sembra quasi fuori posto su un viso come il suo, e lo saluta cordialmente.-

-Salve Terry. Ho pensato di mettermi comodo mentre ti aspettavo.-

-Lo vedo.- commenta Rucker scostandogli le gambe e passando dietro alla scrivania per poi sprofondare sulla poltrona. –Che fai da queste parti Sam?-

            Sam Gerard, Vice U.S. Marshal si sporge in avanti e risponde:

-Sono stato informato che Kaine potrebbe essere coinvolto in un recente omicidio. Quell’uomo è un evaso da un carcere federale ed è sospettato di omicidi in almeno cinque Stati. È un pezzo che gli sto dietro, è roba mia.-

            Ci mancava solo questo, pensa Rucker, Sam Gerard è un vero mastino, il miglior cacciatore di evasi e latitanti che l’U.S. Marshal Service abbia mai avuto, uno che non molla la pista fino a che non ha preso il suo uomo. Aver perso Kaine gli deve bruciare non poco. Abel deve stare attento.

-Ascolta Sam…- inizia  dire Rucker, sfoderando il suo miglior tono paziente -… questa è un’indagine per omicidio e non ci sono prove che Kaine sia ancora vivo e ne sia l’autore. Il detective a cui è toccata ha preferito mollare a me la patata bollente sulla base di un collegamento molto labile col crimine organizzato ed io sto meditando di ripassargliela o di passarla a quelli della Omicidi al piano di sopra. Magari Flint e Darabont  apprezzerebbero un po’ di lavoro in più, proprio come tutti noi.-

            Bel discorso, pensa Terenzio, ma non crede che sia servito a molto.-

-Ascolta Terry.- replica Gerard –Per come la vedo io ognuno di noi fa il suo lavoro: voi date la caccia ad un assassino ed io ad un possibile fuggiasco. Se salterà fuori che sono la stessa persona lascerò a voi il merito della cattura ed io mi assicurerò che sia rimesso in una bella cella alla Volta. Se invece Kaine è davvero nella tomba in cui voi “Migliori di New York” dite che è stato messo, non ci saranno problemi. Mi pare semplice. I tuoi detectives non si accorgeranno nemmeno della mia presenza.-

            Certo, come noi, ne sono davvero convinto, pensa Rucker.

-Ho alternative?-

-Certo, puoi sbattermi fuori ed io domani tornerò con un’ingiunzione firmata da un giudice federale che mi autorizza a ficcare il naso e prendere copia di tutto il vostro fascicolo. Non è meglio fare le cose in amicizia?-

            Rucker sospira ed alza le mani.

-D’accordo. Va in Sala Agenti e parla con Trevane, digli che siamo d’accordo. Capirà, è un ragazzo sveglio.-

-Non ne dubito, visto che lavora con te. Ci vediamo Terry.-

-Non chiamarmi Terry e non…- SLAM -… sbattere la porta.-

 

            Feng osserva il nuovo capo dei Jong impartire ordini. Ora che non è più nel mirino della Tong Xiu Jin Go è tornato spavaldo e sicuro di se, cosa che è un bene per certi versi, ma può essere un male se si lascia trascinare come è accaduto con quella disgraziata faccenda dello Scorpione. È compito suo impedire che accada: deve proteggere Jin Go anche da se stesso se necessario.

-Tutto sta andando bene, mio fidato Feng.- gli si rivolge improvvisamente Xiu –Ho appena ordinato un raid contro i russi. È il momento giusto per colpirli, mentre sono ancora disorientati per l’assassinio del loro leader per mano del Punitore.-[6]

-Non voglio contraddirla Onorevole Xiu Jin Go, ma è sicuro che sia una mossa saggia?-

-Molto più saggio che aspettare senza far niente. È guerra aperta tra loro e noi ed io voglio vincerla.-

            Nessuno vuol perdere una guerra, riflette amaramente Feng, ma a qualcuno deve toccare.

 

            Ha atteso che calasse la notte e poi è uscito dal suo rifugio. Curioso che lo chiami così adesso, riflette, poi scaccia il pensiero come fosse una mosca fastidiosa.

            Di bar malfamati ce ne sono tanti a New York e lui li conosce tutti. Quando entra nel primo qualcuno lo guarda con curiosità, altri con timore.

-Mi chiamo Ragno Nero.- esordisce –Cerco informazioni.-

-Qui nessuno sa niente.- dice uno.

            Ragno Nero gli si avvicina e lo squadra da dietro le lenti unidirezionali che coprono i suoi occhi.

-Ti conosco: Larry Calvert, ladro da quattro soldi. Eri uno sgherro di Kingpin ed ora fai qualche lavoretto per il, Gufo e non solo. Forse sai quel che voglio sapere su un certo assassino.-

-Io non so niente.-

Vedremo. Cominciamo con qualcosa di semplice: il mignolo della mano sinistra è un dito che serve a poco. Anche se te lo spezzo non te accorgerai quasi.-

            Il secco rumore del dito che si spezza sotto la pressione della mano di Ragno Nero e l’urlo dell’uomo chiamato Calvert echeggiano nel locale. Un uomo si avvicina a Ragno Nero brandendo un coltello, ma lui lo colpisce con la mano libera senza quasi voltarsi. Un altro estrae una pistola. Stavolta Ragno Nero si volta e scandendo bene le parole esclama:

-NON… PROVARCI… NEMMENO! Nessuno di voi pensi solo di provarci.-

            Silenzio di Tomba. Ragno Nero torna a voltarsi verso Calvert.

-Dunque, dove eravamo rimasti? Oh si… Ora potremmo passare all’anulare sinistro. Bel dito, vero? Lungo, affusolato. Niente anelli, vedo. Meglio così, nessuna vedova a piangerti, Larry.-

            Un altro suono secco ed un altro urlo.

            Pochi minuti dopo Ragno Nero esce. Non ha ottenuto nessuna informazione utile. Non se le aspettava, a dire il vero, ma ha potuto sfogarsi. La notte è ancora giovane e ci sono tanti altri posti dove andare.

 

 

3.

 

 

            Felicia Hardy viene svegliata da un’insistente scampanellata. S’infila rapidamente una vestaglia e corre ad aprire per trovarsi davanti il Tenente Rucker.

-Lui è qui?- le chiede Rucker senza preamboli.

-No… non lo vedo da ieri mattina.- replica Felicia con voce seccata –Ora vuoi dirmi perché dovevi svegliarmi a quest’ora?-

-Sono le 10 del mattino… miss Hardy.-

            Una nota di sarcasmo nella voce. Forse?.

-Sono un animale notturno Tenente.- ribatte lei -Che c’è di male?-

-Nulla, in effetti.- replica Rucker entrando nell’appartamento e chiudendo la porta alle sue spalle. Felicia non dice nulla e Rucker insiste -Allora non lo hai visto?-

-Abel? No l’ho visto da ieri, l’ho detto. Se lo vuoi con tanto ardore, perché non lo cerchi a casa sua o di quella sciacquetta con cui esce di solito?-

-Perché a casa sua non risponde nessuno e nemmeno al suo cellulare… e perché “quella sciacquetta” è morta: l’hanno assassinata ieri sera.-

            Felicia  spalanca la bocca. Vorrebbe dire qualcosa, ma per qualche istante sembra che le corde vocali le si siano bloccate. Alla fine riesce  a dire:

-Come?-

            Terenzio le rivela tutti i particolari. Alla fine lei si limita a dire:

-Non è stato lui, Rucker.-

-Ne sono convinto anch’io. Se avessero trovato un boss della mala a galleggiare nell’Hudson magari qualche dubbio poteva anche venirmi, ma non c’erano motivi perché uccidesse quella donna...  a meno che non sia andato completamente fuori di testa, ovviamente.-

-Non è mai stato pazzo… non in quel senso almeno. Anche nei momenti più bui aveva una coscienza, anche se cercava di negarlo. Chiunque sia stato ad uccidere Patricia Everett voleva colpire lui, mi pare ovvio.-

-Sembri molto sicura.-

-Andiamo, Rucker: era la sua ragazza, le hanno spezzato il collo e l’assassino le ha messo una parrucca bionda. Ci mancava solo che la buttasse giù da un ponte. Chissà… magari voleva farlo ma ha dovuto cambiare i suoi piani.-

-Intendi…?-

-Il tuo caro amico, il Commissario Stacy, non ti ha mai parlato di sua nipote Gwen? Chiedi a Peter Parker cosa ha significato per lui, cosa significa per tutti i suoi cloni.-

            Rucker rimane in silenzio, meditabondo, poi…

-Pensi che sia stato Goblin? Dicono che Osborn sia guarito da quell’ossessione.-[7]

-Non mi fiderei della redenzione di Norman Osborn nemmeno se lo eleggessero Papa.- ribatte Felicia –Per quanto ne so, comunque lui è uno dei pochi rimasti vivi a sapere chi era veramente Kaine. Potrebbe essere lui il socio misterioso di Fawcett ed aver capito che Abel Fitzpatrick e Kaine sono la stessa persona. Quella scritta sul muro potrebbe essere un tentativo di implicarlo o un avvertimento per lui. A questo proposito… quanto è pericoloso quel Gerard?-

-Molto, è uno che non molla mai una preda, gli ci volessero anni.-

-Non troverà nulla stavolta: Kaine è ufficialmente morto e nulla lo lega a Abel Fitzpatrick o Ragno Nero.  Sempre che Abel stesso non faccia qualche sciocchezza.-

-Ti ricordo che io so chi è ed ho violato un sacco di leggi non dicendo quello che so. Di fatto ho protetto un latitante colpevole di vari omicidi.-

-Ti rimorde la coscienza, Rucker? Non era così quando potevi usare lui e Peter per tirarti le castagne fuori dal fuoco.-

            Rucker si morde le labbra.

-Sei ingiusta con me.-.

-È il mondo che è ingiusto con tutti noi, tenente. Lui è la fuori, da solo, pieno di dolore e rabbia. Sono sentimenti che conosco bene, anche se non ne parlo spesso. Lo troverò e lo aiuterò come posso. Tu fa pure quello che credi di dover fare, io so dove sta la mia lealtà.-

            Con un gesto rapido Felicia si toglie la vestaglia rimanendo nuda.

-Cosa fai?- esclama uno stupefatto Rucker

-Non penserai che vada a cercarlo in vestaglia, vero? Devo prepararmi e mettere il costume. Se vuoi puoi restare e goderti lo spettacolo.-

-Credo… credo che me ne andrò.-

-Bravo. Pensa a quello che ci siamo detti… e chiudi bene la porta quando esci.-

            Rucker esce dall’appartamento e pochi minuti dopo anche l’aggraziata figura della Gatta Nera prende la via dei tetti.

 

            Ragno Nero non ha dormito stanotte. A sostenerlo l’adrenalina ed una ferrea determinazione. In compenso un discreto numero di criminali di piccolo e medio calibro ha fatto visita ai vari posti pronto soccorso cittadini. Nulla di veramente serio, ma più che abbastanza per insegnar loro la lezione, spera, anche se non ci conta molto. Doveva sfogarsi in qualche modo e questo è meglio di tanti altri

            Dalla cima di un pilone del ponte George Washington osserva il fiume scorrere sotto di lui. Sarebbe facile lasciarsi andare, dimenticare tutto con un singolo gesto, vedere se sarebbe capace di sopravvivere al salto. Altri che conosce l’hanno fatto. Ma non è il suicidio la sua soluzione. Vivrà per trovare l’assassino di Patricia e dopo… chissà?

            Salta appeso alla sua ragnatela dirigendosi verso Brooklyn, per poi fermarsi improvvisamente. Rumore di spari e di auto in corsa,  Forse ha trovato qualcosa per fare un po’ d’esercizio.

            Ragno Nero balza sul cofano dell’auto dei fuggiaschi. Cinesi. Uomini dei Jong, ne è sicuro. Se non ricorda male, ha letto sul Daily Bugle che meno di una settimana fa i russi hanno colpito un ristorante a Chinatown.[8] Ora hanno restituito la cortesia, ci scommette.

            L’uomo accanto all’autista gli spara, ma Ragno Nero è già saltato via. Avere un senso di ragno, anche se imprevedibile come il suo, può essere molto utile, ma in questa circostanza non era affatto necessario. Atterra sul tettuccio e lo strappa a mani nude. Gli uomini all’interno sono facilmente sopraffatti. L’autista è inchiodato al volante dalla ragnatela. Perde il controllo e l’auto piomba contro un lampione.

            Molto bene, pensa Ragno Nero e lanciato un filo sottile su un palazzo vicino fa un balzo verso l’alto e si allontana.

 

            Si fa chiamare Paul Ravel, ma non è il suo vero nome. Ha origini francofone, forse Cajun, e rappresenta un’impresa con ramificazioni non completamente legali che ha finanziato le ricerche sulla clonazione umana dei Mercury Labs dei fratelli Tannhill. Una ricerca sicuramente non legale ma con possibilità di profitto molto alte. Peccato che i Mercury Labs siano letteralmente spariti: il complesso di edifici che li ospitava è stato distrutto in un’esplosione. Tutti i dati sono stati distrutti, milioni di dollari finiti in fumo e nessuno rimasto con cui prendersela. Certo il vigilante chiamato Ragno Nero ha contribuito alla rovina dei Mercury Labs ma una vendetta contro di lui non avrebbe senso. Se i Tannhill non avessero attirato la sua attenzione lui ne sarebbe stato fuori. No… Freedland ha ragione, meglio tirarsene fuori e annoverare tutta la faccenda tra le perdite d’esercizio. Eppure gli brucia chiudere tutto senza nemmeno sapere chi è il loro avversario e perché ha fatto quel che ha fatto.

            Deve rifletterci seriamente.

 

 

4.

 

 

            Ragno Nero si introduce nell’obitorio cittadino. Non sa dire perché l’ha fatto: non c’è un motivo razionale al mondo. Forse è solo per sentirsi ancora una volta vicino a lei. Non sa dirlo. Indugia davanti al ripiano in cui è custodito il corpo di Patricia. Esita e prende un lungo respiro prima di aprirlo. Con delicatezza scosta il lenzuolo che le copre il volto. La prima cosa che nota è che le hanno tolto la parrucca bionda che le aveva messo il suo assassino. Meglio così. Vederla bionda gli ricordava troppo Gwen e Louise e non vuole pensare a loro. Le sfiora delicatamente il volto gelido.

            Oh, Patricia Che brutto affare che hai fatto a metterti con me. Meglio sarebbe stato per te se non mi fossi nemmeno fermato il giorno dell’incidente di tua zia.

-Ehi tu, che stai facendo qui?-

            È uno dei medici legali.

.-Che accade a voi buffoni in costume, vi è venuto il giusto dell’orrido? Negli ultimi due mesi sono passati di qui prima Occhio di Falco[9], poi Pantera Nera[10] e quindi Moon Knight.[11] Ci mancavi solo tu, mister…-

-Ragno Nero.-

-Ragno Nero? Molto appropriato. Cosa sei il fratello dell’Uomo Ragno?-

-Una… una specie. Mi scuserà se non approfondisco.-

-Era un tentativo di fare dello spirito? Non mi pare che tu sia nello stato d’animo adatto. Conoscevi quella ragazza?-

-Ho la sensazione di conoscere il suo assassino.-  risponde un po’ evasivamente il giustiziere mascherato.

-E vuoi dargli la caccia, immagino. Beh, buona fortuna e sparisci. Ho del lavoro arretrato da sbrigare io.-

-Le… le avete già fatto l’autopsia?-

-Sei sordo? Ti ho detto che ho del lavoro arretrato da sbrigare e lei è arrivata solo stamattina. Comunque c’è poco da dire. Dall’esame preliminare è evidente che le hanno spezzato il collo. Una cosa semplice e veloce se si sa cosa fare e si ha la forza adeguata. Se vuoi altri particolari aspetta qualche giorno e poi chiedi a qualche amico poliziotto. Magari ne hai uno con cui ti tieni in contatto con… uh... un ragno-segnale.-

-Molto divertente.-

-Si, si. Ora vai a divertirti da qualche altra parte. Non dirmi che non c’è in giro qualche criminale a cui far saltare i denti.-

-Oh, lo troverò sicuramente.-

-E non procurarmi nuovi clienti: odio avere troppo lavoro e odierei molto di più dover testimoniare contro di te.-

            Ma Ragno Nero è già scomparso.

 

            È stata una notte proficua, pensa il Demone. Un altro po’ di feccia spazzata via dalle strade. Molto meglio di quanto sono capaci di fare quegli imbecilli di eroi mascherati come Devil L’Uomo Ragno e perfino Moon Knight. Ci vanno teneri e dopo poco quei vermi tornano ad infestare le strade. Beh, con lui non è così, con lui il primo incontro è anche l’ultimo, questo è certo.

            Al ritorno nel suo rifugio ci trova il suo nuovo alleato. Curioso per uno come lui, ma quell’uomo lo inquieta. Se avesse senso dell’umorismo troverebbe divertente che uno psicopatico trovi inquietante un altro psicopatico.

-Com’è andata?- gli chiede l’altro.

-Molto bene.- risponde il Demone –Una nottata proficua. Domani i notiziari avranno di che parlare. E tu, che hai fatto?-

-Mi sono dato da fare per tenere occupato il nostro vecchio amico Ragno Nero.-

-E come?-

-Vedrai. Per questa volta lui reciterà il ruolo della mosca ed io… io sarò il ragno.-

            Ed il misterioso alleato del Demone comincia a ridere. Dapprima sommessamente, poi sempre più forte.

 

            Il luogo: una villa poco fuori Manhattan. Il Tempo: poche ore prima. I protagonisti: due uomini. Il primo potrebbe avere appena trent’anni, capelli castani lunghi fino al colletto, un volto che potrebbe essere quello di un bravo ragazzo di buona famiglia, se il suo volto non fosse deturpato (e la parola non sembra troppo forte al suo interlocutore) da un’espressione crudele e gli occhi non brillassero del lampo della follia. Quanto all’altro, potrebbe aver la stessa età , ma il suo viso incorniciato da una corta barba è più tranquillo, più rassicurante, in un certo senso. Questa casa è sua e sta valutando la proposta che il giovane gli ha appena fatto:

-Quindi, se ho ben capito, vuole assumermi per una caccia all’uomo. Cosa le fa pensare che mi interessi?- chiede il proprietario della casa.

-Perché è così, non prendiamoci in giro.- replica l’altro –Possiamo dire che è nel suo DNA ed io me ne intendo di DNA, mi creda. Il brivido della caccia le piace sopra ogni altra cosa, non lo neghi, ed io le offro la più ambiziosa delle prede: l’uomo. E non un uomo qualunque: un superumano.-

-Quel genere di caccia è stata la rovina di mio padre.-

-Ma lei è migliore di suo padre, no? Non ha le sue paranoie. Non ci tiene a dimostrarlo? –

-Si, penso di si.-

-E allora accetti: ho già depositato 100.000 dollari sul suo conto corrente privato alle Cayman e d altri 200.000 saranno suoi se mi porterà la sua maschera come trofeo.-

-Dove ha trovato tanti soldi?-

-Questo non la deve interessare, deve solo dirmi si o no.-

            Un breve silenzio, poi:_

-Si, ci sto: caccerò il Ragno nero per lei… e per me stesso.-

 

 

5.

 

 

            Ragno Nero irrompe nella stanza, il retro di una bisca tenuta dai Jong. Con una serie di salti e piroette evita le pallottole che gli sparano contro. Usa le ragnatele per disarmare alcuni scagnozzi e sbatterli contro i muri. Ha bisogno di sfogarsi e questi criminali che non hanno il minimo rispetto per la vita altrui sono i più adatti. Ha perso il conto dell’ultima volta che ha dormito e non gli importa. Non vuole dormire, vuole solo fare del male a qualcuno che se lo merita.

            Improvvisamente il senso di ragno gli urla nella testa un avvertimento che non potrebbe ignorare nemmeno se volesse. Evita un getto di fiamma proprio mentre si volta e vede un uomo, un altro cinese, in costume bianco con una specie di testa di drago come copricapo.

-E tu chi saresti?- chiede, mentre dai ricordi che condivide con Peter Parker comincia ad emergere un nome.

-Puoi chiamarmi Drago Bianco e sono la tua morte.-

 

            Connor Trevane entra negli uffici della C.S.U, e si rivolge al tecnico Willem Roper.

-Che notizie puoi darmi del sangue con cui è stata scritta la parola Kaine sul luogo del delitto Everett?-

-E secondo te io mi occupo solo dei tuoi casi Trevane?-

-Non farmi perdere tempo, Will. Sappiamo ben tutti e due che hai il fiato dei federali sul collo con il fatto che ci potrebbe essere di mezzo Kaine.-

-Balle.-

-Che vuoi dire?-

-Che in tutti i delitti attribuiti a Kaine le vittime avevano sul volto una curiosa cicatrice reticolare: il Marchio di Kaine la chiamavano. In questo caso non c’è niente del genere vero?-

-No, il viso della vittima era intatto. Va avanti.-

In nessuno dei delitti attribuiti a Kaine c’erano firme o altre scritte tracciate col sangue. Se posso esprimere la mia idea…-

-Sei un detective anche tu, parla.-

-Io credo che la scritta sia stata una specie di sfida e che fosse diretta proprio a Kaine.-

-Quindi anche tu pensi che Kaine possa essere ancora vivo?-

-Perché no? Hai visto forse un cadavere identificato senza ombre di dubbio? Da quel che so del presunto cadavere di Kaine non è rimasto neanche abbastanza per un esame del DNA, quindi perché escludere che sia sopravvissuto in qualche modo? Non sarebbe neanche la prima volta. Anche il fatto che la vittima avesse una parrucca bionda deve essere significativo in qualche modo.-

-La prima vittima attribuita a Kaine, la detective di Salt Lake City Louise Kennedy, era bionda. Che c’entri questo?-

-Non chiederlo a me. Non spetta a me questo tipo di indagine, ma a te.-

-Il che mi riporta alla mia domanda iniziale: che mi dici del sangue?-

 -Che proviene da un altro delitto. Quasi un mese fa una certa Cindy Delgado è stata trovata morta nella sua vasca da bagno con le vene dei posi tagliati. Il sangue era suo.-

-Se qualcuno ha portato via il suo sangue dovrei dedurne che non è stato un suicidio.-

-Si vede che sei un detective in gamba, Connor.-

-Chi si occupa del caso Delgado?-

-Qui dice Midtown Nord.-

-Li cercherò, grazie Will.-

            La cosa sta diventando sempre più ingarbugliata, pensa Trevane, e l’idea si rafforza quando sul pianerottolo vede l’U.S. Marshal Sam Gerard.

 

In un altro momento Ragno Nero sorriderebbe, ma ora non è proprio dell’umore adatto

.-Il Drago Bianco? Ho sentito parlare di te: sei quel fallito che voleva costringere uno studente ad unirsi ad una tong e si è fato battere come un tappeto dall’Uomo Ragno.-[12]

            Ragno Nero omette di dire che conosce tutta la storia a causa delle memorie che condivide con Peter Parker, un’informazione che il Drago Bianco non ha alcuna necessità di sapere.

-Menzogne!- sbotta il Drago Bianco –L’arrampicamuri ha vinto solo perché mi ha preso di sorpresa. Con te, pallida imitazione, andrà diversamente.-

-Mamma mai che battute. Se volevi impressionarmi… beh non ci sei riuscito.-

-Non m’interessa impressionarti, voglio ucciderti. Sono un signore delle arti marziali, il migliore killer delle Tong.-

            Mentre parla il Drago bianco spara dal suo copricapo un getto di fiamme che Ragno nero evita a stento. Il suo senso di ragno gli da un vantaggio sul suo avversario, ma è un vantaggio esile. Il Drago bianco è migliorato dai tempi del suo scontro con Peter: è più abile e più veloce. Un calcio rotante raggiunge finalmente Ragno Nero al plesso solare e mentre lui annaspa in cerca di aria, un altro colpo lo raggiunge alla carotide.

            Abel si piega. È stato fortunato: un colpo del genere avrebbe dovuto ucciderlo. Non che abbia molta importanza, perché il prossimo colpo lo ucciderà sicuramente e lui non riuscirà ad evitarlo. Morire per mano di questo idiota non è non è affatto giusto, ma quello che gli dà più fastidio e che non prenderà mai l’assassino di Patricia.

            Aspetta, ma l’unico suono che ode è quello sordo di un corpo che cade. Quando la nebbia si dirada dai suoi occhi vede il Drago Bianco a terra ed accanto a lui la Gatta Nera.

-Non perdere tempo a ringraziarmi.- gli si rivolge Felicia –Salvarti la vita è pura routine per me. Questo bel tipo non mi ha neanche visto arrivare ed è bastato un calcio a stenderlo. Naturalmente il fatto che io indossi stivali rinforzati ha aiutato un pochino. Anche se è certo che ha la mascella di vetro.-

-La mascella era protetta dal suo copricapo.- dice con un filo di voce Ragno Nero.-

-Non abbastanza, pare. Chi sarebbe, comunque?-

-Si fa chiamare Drago Bianco e dice di essere il miglior killer al servizio delle Tong,-

-Figuriamoci il peggiore allora.-

-Cosa fai qui Felicia?-

-Cercavo te, dannato testone. Credevi davvero che ti avrei lasciato solo dopo quello che è successo? Per fortuna seguire le tue tracce è stato facile, vista la scia di criminali malridotti che ti sei lasciato dietro. Mi sorprende che il Ragnetto rosso e blu  non si sia ancora fatto vivo.

-Avrà i suoi affari a cui badare  Mentre venivo da queste parti devo aver sentito ad un notiziario che era a Wall Street a farsi pestare da Rhino.-[13]

-Sei maledettamente cinico, lo sai?-

-Me lo hanno detto. Immagino che non ci sia modo di convincerti a tornartene a casa e lasciarmi fare da solo, vero?-

-Assolutamente nessuno… a meno che tu non voglia provare a stendermi con un pugno, ma al risveglio ti verrei a cercare  e te lo restituirei con gli interessi,-

            Ragno Nero la guarda come se soppesasse l’idea, poi alza le braccia.

-Ok. Allora vieni con me.-

-Dove?- chiede Felicia.

-A fare una visita di cortesia.- risponde Abel caricandosi il Drago Bianco, ancora svenuto, sulle spalle.

 

 

6.

 

 

            La porta dell’ufficio di Xiu Jin Go viene spalancata da un violento calcio e nella stanza entrano Ragno Nero, che porta in braccio lo svenuto Drago Bianco, e la Gatta Nera.

-Ma cosa…?- esclama Xiu scattando in piedi.

            Con fare teatrale Ragno Nero lascia cadere il Drago Bianco sulla scrivania.

-Ho la sensazione che questo sacco delta spazzatura sia tuo, te l’ho riportato.- dice.

-Non capisco cosa stai dicendo. Chiunque tu sia, non puoi entrare qui mascherato e minacciarmi.-

            Ragno Nero lo afferra per il bavero e lo solleva fino a fissarlo direttamente negli occhi.

-Sbagliato.- replica -Non ti ho minacciato, non ancora almeno. Ti darò un avvertimento, invece: se vuoi mandare qualcuno ad uccidermi assicurati che sappia fare bene il suo lavoro perché altrimenti tornerò e quando avrò finito con te nemmeno tua madre riuscirà a sostenere la tua vista… ammesso che uno come te abbia una madre… una che non viva in un bordello di Hong Kong, intendo.-

            Mentre Ragno Nero parla, il fedele Feng fa per estrarre un’arma da una fondina ascellare, ma la Gatta Nera gli si para davanti e gli rivolge un sorrisetto mentre gli dice:

-Non te lo consiglio, amico. Come potranno confermarti quei poveracci delle guardie del corpo qui fuori, non è facile fermarci se non vogliamo essere fermati. Io, poi, porto sfortuna a chi mi attraversa la strada. Magari tu provi a sparare ad uno di noi e la pistola ti esplode in mano. Non faresti una gran figura con un uncino al posto della mano sai?-

            Feng sorride e mostra le mani.

-Bravo.- Felicia si rivolge a Ragno Nero –Hai finito di spaventare il signore, caro? Sto facendo tardi dal parrucchiere.-

-Arrivo subito, tesoro.- risponde Ragno Nero –credo che il qui presente signor Xiu abbia afferrato il messaggio.-

            Ragno Nero ributta Xiu a sedere, poi spalanca la grande finestra e dopo aver afferrato Felicia alla vita si butta fuori appeso ad una ragnatela.

            Xiu Jin Go si rimette a posto e sibila:

-Lo voglio morto. No: li voglio morti tutti e due.-

-Provvederò io stesso a che sia fatto, onorevole signore.- è la risposta di Feng.

 

            Nell’appartamento di Felicia Ragno Nero si lascia cadere sul divano e si sfila la maschera. Il suo volto è stravolto dalla stanchezza, ma lui non vuole ancora mollare. Ascolta con attenzione mentre Felicia gli racconta la sua parte di storia.

-… e questo è tutto… tutto quello che mi ha detto Rucker, almeno.- conclude Felicia –Se vuoi saperne di più su quello che ha scoperto dopo dovresti chiederlo a lui.-

-Forse lo farò.- risponde Abel –Quel Gerard non ci voleva. Ho sentito parlare di lui. In certi ambienti è una vera leggenda: dicono che non molli mai una pista e che prenda sempre il suo uomo, come i Pinkerton ai tempi del vecchio West. Presto scoprirà che Patricia frequentava Abel Fitzpatrick e si chiederà se ha dei legami con Kaine. Tutto potrebbe venire alla luce. Tu potresti andarci di mezzo, Peter e Ben potrebbero andarci di mezzo.-

-Non è detto: potremmo riuscire a cavarcela.-

-No, non riesco più a crederci.  Ancora una volta lui mi sta rovinando la vita.-

-Chi? Di chi parli? Sai chi ha ucciso Patricia forse?-

-Ma non capisci? È tutto così evidente: i Mercury Labs cercavano di creare nuovi cloni dell’Uomo Ragno, chi c’era dietro sapeva di me, che ero un clone. Questa è una cosa che  Chester Fawcett non poteva sapere e di certo non sapeva che sono… che ero Kaine. Poi c’è l’omicidio di Patricia con quella macabra messinscena per farla somigliare a...a… c’è un solo uomo che può averlo fatto: lo Sciacallo è tornato.-

-Lo Sciacallo? Ma è morto. Peter e Ben hanno visto il suo cadavere.-[14]

-Era già successo anche l’altra volta.[15] Anche allora c’era un cadavere, eppure lui è tornato. Chissà quanti cloni di se stesso ha tenuto di riserva quel matto di Warren.-

-Se… se hai ragione, bisogna avvertire Peter e Ben.-

-No. Lo farò solo quando sarò sicuro e poi… voglio affrontarlo da solo e fargliela pagare per tutto quello che hai fatto.-

-No: non lo farai da solo. Io starò al tuo fianco, ti aiuterò.-

            Ma Abel non la sta più ascoltando. La tensione e la stanchezza hanno avuto il sopravvento e lui è crollato addormentato.

            Con delicatezza Felicia gli poggia la testa sul suo grembo e gli accarezza i capelli con affetto.

Non lo abbandonerà.

 

So che sei la fuori e ridi. Non riderai a lungo, te lo prometto. Ti troverò e te la farò pagare per tutti i tuoi crimini e per aver ucciso una ragazza innocente il cui solo crimine è stato amarmi.

            Sono Ragno Nero e non giuro invano.

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

Poche note stavolta, ma buone, spero:

1)     Pete Suschitziky e Willem Roper sono due detective della Crime Scene Unit o Scientifica, se volete chiamarla così. Inventati da Yuri Lucia, il precedente autore di questa serie a cui va dato il giusto credito.

2)     L’U.S. Marshal Sam Gerard, da me già introdotto nelle pagine di Devil tanto tempo fa, è chiaramente ispirato al personaggio apparso nei film “Il fuggitivo” e “U.S. Marshals: caccia senza tregua”. Se volete immaginarvelo con le fattezze di Tommy Lee Jones, fate pure, perché è proprio così che lo immagino io.

3)     I più attenti di voi avranno sicuramente capito a chi il misterioso alleato del Demone si è rivolto per dare la caccia al Ragno Nero, gli altri dovranno aspettare il prossimo episodio.

4)     Quelli di voi che fossero vissuti su ;Marte dal 1974 ad oggi o fossero nati dopo il 1995 potrebbero non sapere chi è lo Sciacallo, rimedio subito alle vostre lacune, ma la prossima volta fate meglio i compiti, sia chiaro. Il mite professor Warren, insegnante di biochimica alla Empire State University aveva un solo difetto: un’insana passione per una sua studentessa di nome Gwen Stacy. Non che lo si possa biasimare, vista la ragazza. Warren era comunque riuscito a tenere sotto controllo i suoi sentimenti, da bravo insegnante qual’era. La morte violenta di Gwen per mano di Goblin (o per mano dell’Uomo Ragno secondo certi resoconti ampiamente inesatti -_^) spezzò qualcosa nella sua mente e fece emergere nella sua psiche una seconda personalità: quella dello Sciacallo, che organizzò un contorto piano per vendicarsi dell’Uomo Ragno. Per riuscirci, creò una serie di cloni (non vi avevo detto che Warren era un genio della genetica, beh ve lo dico adesso-_^) di Peter Parker, che scoprì essere l’Uomo Ragno, e di Gwen Stacy, la sua ossessione amorosa e li fece crescere sino all’età adulta dotandoli delle stesse memorie degli originali. Il suo piano fallì e lui fu dato per morto per ben due volte. In entrambe c’era un cadavere, ma stiamo parlando di un uomo abituato a creare cloni di chiunque, compreso se stesso,quindi chi può davvero essere sicuro di qualcosa? Di tutti i suoi cloni ne sopravvissero apparentemente solo tre: due dell’Uomo Ragno, attualmente noti come Ben Reilly, il Ragno Rosso e Abel Fitzpatrick (o Kaine), il Ragno Nero, ed uno di Gwen Stacy, oggi nota come Helen Spacey. Non ho dimenticato nessuno, vero?

Nel prossimo episodio: tutti i nodi vengono al pettine nel finale più serrato e convulso che abbiate mai letto. Uhm forse esagero, ma non si può mai dire.

 

 

Carlo



[1] Crime Scene Unit, così si chiama la Polizia Scientifica a New York

[2] È avvenuto in Peter Parker: Spider Man Vol 1° #60 (In Italia su Uomo Ragno, Marvel Italia, #190.)

[3] In Spder Man: Redemption #4 (In Italia su Uomo Ragno De Luxe #24).

[4] In Uomo Ragno MIT #4 (O Ultimate Edition #1)

[5] In Webspinners #11.

[6] È avvenuto in Marvel Knights #47.

[7] Le cose sono un po’ più complesse di così ma Rucker, nonostante la sua confidenza con i vigilanti a tema ragnesco, non sa proprio tutto.-

[8] Su Devil #47.

[9] In Occhio di Falco MIT #2.

[10] Su Devil MIT #43.

[11] In Marvel Knights #46.

[12] Un sintetico riassunto di avvenimenti accaduti in Amazing Spider Man #1847185 (Prima edizione italiana su Uomo Ragno, Corno, #268/269).

[13] In Uomo Ragno MIT #67 per coloro a cui interessa.

[14] In Maximum Clonage Omega (In Italia su Uomo Ragno, Marvel Italia, #192).

[15] In Amazing Spider Man #149 (Prima edizione Italiana Uomo Ragno, Corno, #190).